Abitata fin dal Neolitico l'antica città greca di Elea era una colonia greca dei Focei (la destinazione gli era stata predetta dall'oracolo di Delphi) fondata nel 540 a. C., per sfuggire al dominio persiano; inoltre il popolo autoctono che abitava quei luoghi, gli Enotri, coltivatori della vite, trovò molte affinità con i nuovi venuti e su quella fratellanza sorta spontaneamente crebbe lo spirito del popolo che ancora oggi abita la nuova Elea.
Qui vide la luce la Scuola Filosofica Eleatica , gruppo filosofico presocratico, al principio del V sec. a.C. ad opera di Parmenide , il suo più grande teorico e rappresentante, e dei suoi discepoli Zenone e Melisso di Samo . Alla sua base vi era la ricerca di un Essere che avesse le caratteristiche di unico, eterno ed immutabile e che fosse in contrasto con ‘'illusorio mondo dei sensi.
E sempre qui, soggiornò anche Senofane di Colofone , il longevo filosofo dall'animo di aedo, che contrappose alla religione popolare politeistica la concezione teologica dell'Unità di Dio. Elea-Velia fu anche sede della Scuola Medica Eleatica . La stessa che, molti secoli dopo, darà i natali alla più famosa Scuola Medica Salernitana.
La città combatté insieme alla vicina Posidonia , contro i Lucani e nel 389 a. C. entrò a far parte della Lega Italiota. Fornì poi aiuti a Roma contro Annibale. In epoca romana, dopo la guerra sociale, divenne il municipio di Velia e fu meta di personaggi illustri quali Bruto e Cicerone che soggiornarono qui. Elea-Velia fu tappa di viaggio obbligata per Paolo Emilio, il vincitore di Pidna; Bruto e la moglie Porzia vollero conoscerla; Cicerone ne apprezzò le cure termali, che - la leggenda vuole - avevano ridato la salute ad Augusto di ritorno dall'Oriente; Orazio guarì, invece, da una quasi totale cecità. Con il passare degli anni Velia perse il suo antico splendore per via del progressivo interramento dei due porti che fornivano la maggiore risorsa commerciale della città. Venne distrutta dai Saraceni fra l'VIII ed il IX sec d. C.
Alcune devastanti inondazioni e le prime incursioni dell'esercito longobardo furono la principale causa dello spopolamento di una parte della città.
Le prime notizie su questo borgo risalgono al 1277. Feudo di Castellammare della Bruca (o Velia), probabilmente fu edificato tra il XIII e XIV sec. in seguito all'abbandono di Velia a causa della malsana valle dell'Alento, alla guerra del Vespro ed alla peste del 1348.
Sei secoli di feudalesimo, caratterizzati da numerosi passaggi di testimone, non concederanno mai più, alla storica città, un ritorno agli antichi splendori.
Stefania Maffeo