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La leggenda del nome Felitto

Nel cuore dell’entroterra cilentano, tra fresche sorgenti e rigogliosi spazi verdi, sorge Felitto, nei pressi della valle del fiume Calore. Famoso per il fusillo prodotto artigianalmente, Felitto è un piccolo borgo medievale situato in una posizione sopraelevata, altamente strategica e quasi inaccessibile, che nel Medioevo resero il paese una piccola roccaforte, grazie anche alla presenza di ottima pietra da costruzione e di tanta acqua di cui rifornirsi. Torri di guardia e porzioni di mura di cinta, tipiche dell’anno 1000, sono ancora presenti sul territorio, che in antichità era dotato di un notevole complesso murario fortificato, composto da ben 13 torrioni.

Nel centro storico di Felitto, la cui origine è datata a qualche secolo prima dell’anno 1000, è conservato ancora oggi un antichissimo castello. Molte e fantasiose sono le leggende che circolano sulla nascita del nome di Felitto. Si narra che Giacomo Leopardi, durante il suo soggiorno napoletano, conobbe l’illustre economista felittese Matteo De Augustinis, diventandone grande amico e con il quale spesso si parlava proprio del piccolo borgo cilentano. De Augustinis era solito raccontare con nostalgia e orgoglio della sua terra e delle sue origini, ed un giorno, raccontando ancora del piccolo paese e delle tante trote che abitavano le gelide acque del fiume Calore, Giacomo Leopardi avrebbe detto all’amico che molto probabilmente l’origine del nome Felitto poteva essere ricondotta al termine “Phei-ictus”, stando ad indicare l’abbondanza di trote pescate nel fiume Calore, ai piedi del borgo.

Le trote fario, il merlo acquaiolo, il martin pescatore, la rara lontra e la particolare salamandra dagli occhiali sono solo alcuni dei tanti animali che popolano la fauna di Felitto e della zona fluviale a valle. Anche la flora locale stupisce per la grande e caratteristica varietà di contenuti, ricca di proprietà officinali e valenza naturalistica. Non è da scartare l’ipotesi che il nome “Felitto” possa derivare anche dall’abbondanza di felci presenti nel fertile sottobosco.

Le trote fario, il merlo acquaiolo, il martin pescatore, la rara lontra e la particolare salamandra dagli occhiali sono solo alcuni dei tanti animali che popolano queste zone. Anche la flora locale stupisce per la grande e caratteristica varietà di contenuti, ricca di proprietà officinali e valenza naturalistica. Non è da scartare l’ipotesi che il nome “Felitto” possa derivare anche dall’abbondanza di felci presenti nel fertile sottobosco.

Tra i comuni di Piaggine, Valle dell’Angelo, Laurino, Magliano Vetere e Felitto, si estende l’area protetta delle Gole del Calore, che per la sua importanza sotto il profilo floro-faunistico é stata classificata come sito di interesse comunitario ed é gestita direttamente dal WWF. In territorio Felittese troviamo ben due delle cinque gole che si susseguono lungo l’intero corso del fiume e che ogni anno, soprattutto nel periodo estivo, richiamano un gran numero di turisti, amanti del trekking e della natura. In località Remolino é stato attrezzato un vero e proprio molo dove é possibile prendere a noleggio canoe o pattini che consentono di inoltrarsi lungo un tratto tranquillo del Calore fin nel cuore dei boschi.

Ma Felitto non é solo natura incontaminata, ma anche buona cucina. Ogni anno nel centro cilentano vanno di fatti in scena due seguitissime manifestazioni enogastronomiche in cui il protagonista assoluto é sua maestà il “fusillo felittese” al ragù di castrato, servito in piatti di terracotta e accompagnato da un eccellente vino rosso locale. E poi… trote, carni alla brace e il “ciaulieddo felittese”.

Tanti buoni motivi, dunque, per fermarsi a Felitto, una piccola perla del Cilento tra leggende, storia, natura e buona cucina.
Anna Izzo

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