CANNALONGA
Centro agricolo dalle origini antichissime, a 550 mt di altitudine, situato alle falde del Monte Gelbison, noto come Monte Sacro, ed attraversato dal torrente Badolato.
Posto in posizione strategicamente ottimale, favorito da un buon clima, in quanto protetto anche dal Monte Falascuso dai venti freddi dell’est.
Il paesaggio è di incomparabile bellezza: vaste radure di macchia mediterranea e poi, salendo in quota, i secolari castagneti, le grandi faggete, le sorgenti ed i laghi Carmine e Nocellito.
Si può praticare trekking sui tipici “tuzzi”, ovvero i punti più alti delle creste montuose del luogo e da cui si possono ammirare i cosiddetti “scanni”, gli strapiombi tipici del posto.
L’antico borgo racchiude una magnifica piazza su cui si affaccia il palazzo ducale con le sue torri e con il suo cortile ricco di affreschi e statue marmoree.
Da visitare la Chiesa di Santa Lucia.
Cosa Vedere...
- Chiesa di Santa Lucia
Fontana di Piazza del Popolo
Palazzo Ducale Mongrovejo (il più grande del territorio), Torrusio e De Licteriis
Grotta di Sant’Anselmo
Vallate della Quarantana, Petenella e del Parulo, con casolari rurali dove è possibile degustare i formaggi ed i caciocavalli ed ammirare i faggi
Boschi Bruca, Mastrostefano, Valle del Faggio e le foreste Uomo Morto, Scanno Chiuso, Costa di San Michele, Monte Falascuso, Crispi, Ponticello e Tempa Del Turco
Storia...
Fu edificata dagli abitanti della Civitella intorno all’anno 1000.
L’antico centro abitato sorse sulle rive del torrente Mennoia, le cui sponde erano rivestite da lunghi filari di canne, da cui deriverebbe il toponimo. Il nome originario era Tolve, dal latino terra ulvae o terra dell’ulva, pianta palustre che evidentemente coesisteva ai canneti cui fa riferimento il nome attuale del paese.
Cannalonga assunse grande importanza intorno al 1450 perchè sede di un grande mercato settembrino, la Fiera di Santa Lucia (che si tiene tuttora) e, soprattutto, perchè sede del Banco della Giustizia che, dal 1546, ebbe giurisdizione su gran parte del Cilento montano.
La famiglia Mongrovejo tenne il feudo fino al 1806, anno dell’abolizione del feudalesimo. Il membro più illustre della nobile famiglia fu Toribio, arcivescovo di Lima e Primate del Perú che, morto nel 1680, fu beatificato e divenne il Santo Patrono del paese.