Immerso nel paesaggio montano del Parco Nazionale del Cilento, a 550 metri di altitudine, Cannalonga è un borgo dalle origini antichissime, situato alle falde del Monte Gelbison, noto anche come Monte Sacro. Attraversato dal torrente Badolato, gode di una posizione strategica che lo protegge dai venti freddi grazie alla barriera naturale del Monte Falascuso. Il paesaggio che lo circonda è un susseguirsi di radure di macchia mediterranea, castagneti secolari, faggete millenarie, sorgenti d’acqua purissima e i suggestivi laghi Carmine e Nocellito. Per gli amanti della natura, il borgo offre percorsi di trekking unici, attraversando i cosiddetti “tuzzi” (le vette più alte della zona), da cui si possono ammirare gli imponenti “scanni”, tipici strapiombi naturali.
Il centro storico conserva intatto il suo fascino, con Palazzo Ducale Mongrovejo, una delle residenze nobiliari più imponenti del Cilento, e una suggestiva piazza su cui si affacciano edifici storici e monumenti.
Tradizioni ed Eventi a Cannalonga
Cannalonga è famosa per le sue tradizioni secolari e le manifestazioni popolari che ne animano la vita culturale:
Fiera della Frecagnola (settembre) – Anticamente nota come Fiera di Santa Lucia, questa manifestazione storica si tiene ogni anno nella seconda settimana di settembre. Oltre a essere un mercato tradizionale di prodotti locali, è un evento che celebra la cultura cilentana con spettacoli, degustazioni e antiche usanze.
Festa di San Toribio Mongrovejo (23 marzo) – Celebrazione annuale in onore del santo patrono di Cannalonga. Ogni anno, la comunità si riunisce per onorarlo con riti religiosi e festeggiamenti, mantenendo viva la devozione popolare.
Cannalonga e il Cilento: Tra Storia e Natura
Grazie alla sua posizione nel cuore del Parco Nazionale del Cilento, Cannalonga è il punto di partenza ideale per escursioni alla scoperta del Monte Gelbison e dei suoi antichi percorsi sacri. La vicinanza ai principali centri del Cilento, come Vallo della Lucania, Velia e Palinuro, lo rende un luogo perfetto per chi desidera esplorare la regione senza rinunciare alla tranquillità di un borgo autentico.
Un mix perfetto di storia, natura e tradizioni che fa di Cannalonga una meta imperdibile per chi vuole scoprire l’anima più autentica del Cilento.
Cosa Vedere a Cannalonga
Cannalonga offre un viaggio affascinante tra storia, cultura e natura:
Chiesa di Santa Lucia – Importante edificio religioso, cuore spirituale del borgo.
Fontana di Piazza del Popolo – Storico punto di ritrovo e simbolo della comunità .
Palazzo Ducale Mongrovejo – Il più grande della zona, con cortili affrescati e torri imponenti.
Palazzi Storici – Tra cui Palazzo Torrusio e Palazzo De Licteriis, testimonianze del passato feudale.
Grotta di Sant’Anselmo – Un sito di interesse naturalistico e storico.
Vallate della Quarantana, Petenella e del Parulo – Zone ricche di casolari rurali, dove è possibile degustare formaggi tipici e il famoso caciocavallo cilentano.
Foreste e Boschi secolari – Tra cui Boschi Bruca, Mastrostefano, Valle del Faggio, e le foreste Uomo Morto, Scanno Chiuso, Costa di San Michele, Monte Falascuso, Crispi, Ponticello e Tempa Del Turco.
Storia di Cannalonga
Le origini di Cannalonga risalgono al 1000 d.C., quando gli abitanti della vicina Civitella fondarono il primo insediamento lungo le sponde del torrente Mennoia. Il nome attuale deriva probabilmente dalla presenza di canneti lungo il corso d’acqua. In epoca medievale, il borgo era noto come Tolve, dal latino “terra ulvae” (terra delle paludi).
Nel 1450, Cannalonga divenne un importante centro commerciale grazie alla Fiera di Santa Lucia, un mercato settembrino che si tiene ancora oggi e rappresenta una delle più antiche fiere del Cilento.
A partire dal 1546, il borgo acquisì ancora più prestigio grazie alla presenza del Banco della Giustizia, che aveva giurisdizione su gran parte del Cilento montano, facendo di Cannalonga un punto di riferimento amministrativo e giudiziario.
Il feudo fu dominato dalla famiglia Mongrovejo fino all’abolizione del feudalesimo nel 1806. Il membro più illustre della famiglia fu Toribio Mongrovejo, arcivescovo di Lima e Primate del Perú, canonizzato nel 1680 e divenuto patrono del paese..