Capaccio
Stazione di soggiorno e turismo, Capaccio-Paestum associa la duplice attrattiva di centro archeologico, con l’area dei Templi, le grandi mura lunghe 5 km, il tempio di Hera Argiva, la Basilica Paleocristiana ed il Museo Nazionale, che custodisce la famosa tomba del tuffatore, tra i più importanti d’Italia e di rinomata località balneare, con la sua ampia spiaggia, fiancheggiata da pinete e ricca di attrezzature ricettive alberghiere ed all’aria aperta. È sempre stato tra i centri più importanti della provincia di Salerno, oltre che per estensione, per risorse di agricoltura avanzata (è la terra del carciofo, al quale viene
Situata su splendida posizione panoramica da cui la vista domina la pianura con i Templi di Paestum ed un ampio arco del Golfo di Salerno (Golfo Poseidoniate o Sinus Paestanus come veniva chiamato anticamente questo tratto), Capaccio offre un centro abitato con un gradevole assetto urbanistico, sotto una limpidissima luce mediterranea, effuso dagli acri odori tipici dell’amena collina. Strade e vicoli mettono in mostra archi e portali dalle sobrie linee che aprono alla curiosità di scrutarne la storia, legata ai valori di gente semplice e laboriosa.
Ci troviamo in una delle località più importanti della Campania, in presenza di uno dei siti archeologici più significativi d’Italia. Gli edifici più importanti dell’area sono la Basilica ed i Templi di Cerere e Nettuno. Da vedere anche la chiesa del Getsemani, un moderno complesso architettonico religioso con cupola policroma; all’interno si può ammirare la statua di Cristo raccolto in preghiera, e la Cattedrale della Madonna del Granato, il cui culto ricorda quello pagano di Hera Argiva e fu eretto nell’XI sec.
Cosa Vedere...
- Museo Nazionale, che raccoglie i pregevoli materiali e suppellettili (corredi funerari, metope, vasi) rinvenuti nella città e nelle necropoli limitrofe ed al Santuario di Hera Argiva alla foce del Sele. L’unico esemplare di pittura funeraria con scene figurate greca arcaica o classica è costituito dalla Tomba del Tuffatore del 490/480 circa a. C. una tomba a cassa, le cui lastre dipinte a fresco rappresentano scene di simposio e di un tuffatore nell’atto di librarsi in acqua
Resti del Santuario di Hera Argiva, realizzato intorno al 600 a.C.
Museo narrante di Hera Argiva. La struttura espositiva propone le diverse chiavi di lettura dell’omonimo santuario, un sito archeologico che presenta pochi elementi visibili. Il museo descrive un luogo tutto “da raccontare”, attraverso filmati, ricostruzioni tridimensionali, video installazioni, effetti sonori e pannelli illustrativi. Così si può vivere l’emozione dei ritrovamenti archeologici avendo l’impressione di trovarsi sul bordo dello scavo
Basilica Paleocristiana (Chiesa della SS. Annunziata), il più antico dei templi greci risalente alla metà del VI sec. a.C., dedicato ad Hera, ossia Giunone. Il tempio è orientato da ovest ad est e consta di 9 colonne frontali e di 18 laterali
Tempio di Poseidone o di Nettuno, che è il più bell’esempio di architettura greca in Occidente, dedicato ad Hera. Fu costruito a metà del V sec. a.C. ed è orientato da ovest ad est. Ha 6 colonne frontali e14 laterali
Tempio di Cerere costruito verso la fine del VI sec. a.C. con 6 colonne frontali e 13 laterali. Particolare singolare del tempio dedicato ad Athena è il frontone alto, unico in un tempio greco. Inoltre, è da notare il fregio dorico composto da larghi blocchi di calcare, ciascuno con metope ed un incavo per i triglifi
Anfiteatro romano, destinato alle lotte dei gladiatori, databile alla prima metà del I sec. d.C.
Sacello Ipogeico, databile intorno al VI sec. a.C.: potrebbe essere un tempietto greco dedicato a divinità della fecondità e fertilità, oppure potrebbe essere un cenotafio (tomba simbolica, senza corpo). All’interno sono stati ritrovati numerosi vasi di bronzo
Heraion, tempio dedicato ad Hera, grande edificio dorico con colonne scanalate
Resti di un Thesaurus, antico e piccolo tempio prostilo tetrastilo, dedicato ad Hera
Cattedrale della Madonna del Granato, il cui culto ricorda quello pagano di Hera Argiva e fu eretto nell’XI sec.
Getsemani, moderno complesso architettonico religioso con cupola policroma; all’interno si può ammirare la statua di Cristo raccolto in preghiera
Chiesa di San Pietro Apostolo, riccamente affrescata
Convento dei Frati Minori Francescani, con il luminoso, sereno e silenzioso chiostro quadriportico che collega la chiesa intitolata a Sant’Antonio. Da ammirare il ciclo di affreschi ispirati alla vita del Santo eseguiti dal Rubini nella seconda metà del ‘700
Chiesa di Santa Rita
Chiesa di Santa Maria Goretti
Chiesa della Nostra Signora Divina Provvidenza
Chiesa di San Vito
Storia...
La piana di Paestum e le retrostanti alture di Capaccio erano già abitate nella preistoria in età paleolitica e neolitica (necropoli di Gaudo). L’antica Poseidonia, in onore del dio del mare, fu fondata dagli Achei provenienti da Sibari nel VII sec. a. C. I Poseidoniati edificarono un santuario ad Hera Argiva, anche per strategia difensiva nei confronti degli Etruschi, che si erano già insediati al di là del fiume Picentino e costituivano un pericolo vicino. Poseidonia, difesa da 5 km di mura poderose, grazie alla felice posizione geografica aperta alle vie di traffico, ai corsi d’acqua ed alla fertilità del suolo, raggiunse subito un buon grado di sviluppo ed un conseguente fervore artistico e culturale che culminò, nel giro di circa un secolo, nella costruzione di tre splendidi templi dorici (Basilica, Nettuno e Cerere). La magnificenza di questa colonia greca suscitò ben preteso le mire di conquista dei Lucani, che la occuparono intorno al 400 a . C., mutandone il nome in Paistom. Essi si scontrarono con i Greci d’Italia, confederati sotto la guida di Alessandro il Molosso, zio di Alessandro Magno, che li sconfissero nella battaglia di Poseidonia del 332 a. C., ma i Lucani subito ripresero il potere nella battaglia di Pandosia del 326 a.C., in cui perse la vita Alessandro.
Nel 273 a. C. rinacque come colonia latina con il nome di Paestum: il Senato romano ebbe grande considerazione di questa città perché ne aveva avuto grandi aiuti in vettovaglie durante la guerra contro Annibale. I Romani arricchirono la città di grandi edifici, tra cui il portico del Foro, le Terme, l’Anfiteatro ed il cosiddetto Tempio della Pace. Il municipio romano godé di prosperità per tutta l’Età Imperiale. Quando Roma cominciò a puntare verso Oriente, la città entrò in crisi e la sua comunità si ridusse ad un esiguo nucleo di persone riunite intorno al Tempio di Cerere. Altri gruppi salirono sulle colline vicine per sfuggire alla malaria, che si era diffusa, nonché alle incipienti incursioni saracene. Così si spiega la nascita di una città in collina nel Medioevo, tra il IX ed il XIII sec., che ebbe importanza commerciale e strategica specialmente durante il periodo imperiale di Federico II e che sostituì ed assunse quasi quello che era il ruolo di Paestum nell’antichità. Questa città si chiamava Caput Aquis perché sovrastava le ricche sorgenti di Capodifiume, già sede di culti nel periodo greco e romano, oggi corrispondente a Capaccio Vecchio, che venne espugnata da Federico II di Svevia.
Il Papa Innocenzo IV, temendo le malcelate mire del grande imperatore di rendere Roma capitale dell’impero e sfruttando, con accorta politica, le spinte di rivendicazione autonomistiche di alcune città, incitò a rivolte o congiure i nobili dei centri importanti dopo aver scomunicato Federico. Sciolti dal vincolo di giuramento di fedeltà, i feudatari del circondario di Capaccio (Sant’Angelo a Fasanella, Teggiano, Sala Consilina) ordirono una congiura contro lo Svevo. Questi venne subito a cingere di assedio la vecchia città, prendendola, quindi, dopo la strenua difesa dei ribelli (1246) e mandando a morte i capi della congiura.
Morto Federico II nel 1250 e sconfitti definitivamente gli Svevi nella battaglia di Benevento del 1266, Capaccio ebbe vita attiva anche sotto gli Angioini e gli Aragonesi. Dopo questo periodo cominciò a verificarsi un lento esodo verso nuclei abitati preesistenti (casali) tra cui quello detto di San Pietro, la Monticello di oggi. Capaccio (nuova) diventò allora, nei secoli successivi, ambito possedimento per regni, ducati o principati, ovviamente per la sua posizione, el sue risorse e la sua estensione.
La riscoperta della grandezza e bellezza di Paestum avvenne nella prima metà del ‘700, quando scrittori ed artisti come Goethe, Shelley, Canova e Piranesi cominciarono a frequentare la zona, una moda conosciuta come “Grand Tour”, diffondendone la fama per tutta l’Europa.