Centola
Città posta alla foce di due fiumi storici, il Lambro ed il Mingardo, a quota 130 mt sul livello del mare, che, tra le sue frazioni, annovera l’amena località di Palinuro. È una celebre località balneare, splendidamente adagiata tra il verde degli ulivi che coprono le colline che degradano verso il mare sempre azzurro e pulito. Il posto prende il nome dal nocchiero di Enea che, secondo la tradizione, perì nelle splendide acque della costa centolese: tradito dal sonno, cadde in mare, ma, giunto a riva, venne assalito ed ucciso dagli indigeni.
L’azzurro mare che bagna Palinuro invita a navigare lungo una costa incontaminata dove è possibile scoprire insenature frastagliate, distese di spiaggia ed incantevoli ed esclusive baie e grotte marine (Azzurra, del Ribalto, Calafetente, del Buon Dormire, delle Ossa) con stalattiti e pareti incorporanti resti di ossa umane e di animali preistorici.
Da visitare la chiesa di San Nicola di Mira, in stile barocco, è stata inaugurata nel 1617. Al suo interno sono conservate una croce di argento astile del 1458 con artistici stucchi seicenteschi.
Cosa Vedere...
- Convento dei cappuccini. Vi si possono ammirare un altare barocco in legno di noce intagliato, statue artistiche scolpite in legno dal 1500 al 1800 e quadri del 1500/1600
Palazzi Lupo (risalente alla fine del XIII sec.) e Rinaldi, con torre campanaria dell’893. Nell’anno 1814 vi dimorò il re di Napoli (cognato di Napoleone) Gioacchino Murat, che venne in zona per ispezionare i fortini della costa e potenziarli per eventuali attacchi di nemici.
Grotta Azzurra. Si accede via mare ed è caratterizzata dal colore azzurro brillante dovuto alla presenza di un sifone (della profondità di circa 20 mt) che permette l’irraggiamento della luce solare all’interno
Grotta sulfurea Calafetente. Arco naturale. Posto alla foce del fiume Mingardo, in una bellissima insenatura, a cavallo tra due spiagge
Grotta d’argento. Il nome le deriva dal colore argenteo delle acque
Grotta delle Ossa o Preistorica. È caratterizzata dalla presenza all’interno di ossa di animali preistorici
Grotta dei Monaci. È così chiamata dalla presenza dalla presenza di stalagmiti di colore marrone scuro, nelle forme richiamanti monaci in preghiera
Grotte del Ribalto e del Buon Dormire
Scoglio del Coniglio
Torri costiere, realizzate tra il 1550 ed il 1600
Fortini difensivi
Castello della Molpa. Edificio signorile dotato di torrette di avvistamento, corte chiusa da muri e disposto su più livelli, con portale in pietra ad ornamento del portone d’ingresso e scala doppia laterale
Villa Stanziola
Ruderi della chiesa di San Giuliano del 1100
Chiesa di San Nicola di Mira, in stile barocco, è stata inaugurata nel 1617. Al suo interno sono conservate una croce di argento astile del 1458 con artistici stucchi seicenteschi
Sito archeologico di Palinuro, che ha restituito una copiosa documentazione archeologica scaglionata tra il paleolitico/neolitico fino ad epoca classica ed ellenistica. Purtroppo, però, è difficile per il visitatore percepire sul luogo l’importanza del sito, in quanto i resti archeologici non conservano un elevato visibile e per lo più sono interrati al suolo
Villaggio medioevale della frazione San Severino. Risalendo dalla valle del fiume Mingardo, che ha creato, nei secoli gole stupende, tra le quali primeggia La Gola del Diavolo, si può giungere al borgo, abbandonato secoli fa a causa di una frana, e che ha conservato immutato il suo fascino
Chiesa di Santa Maria degli Angeli
Storia...
Dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.), gli Ostrogoti occuparono la città della Molpa. L’imperatore Giustiniano d’Oriente, rimasto l’unico padrone dell’Impero Romano, per scacciarli, inviò in Italia il generale Belisario, che, nel 547, con lo scopo di liberare la città dagli Ostrogoti, la saccheggiò ed incendiò, distruggendola e costringendo i superstiti alla fuga. Cento di essi raggiunsero le colline e si stabilirono ai piedi della montagna delle Fontanelle, in un posto riparato e sicuro, detto Vallone. Dal numero dei fuggitivi che diedero vita al nuovo nucleo abitativo il luogo fu chiamato Centula.
Centola fu dominata dai Longobardi, Normanni, Svevi, Angioini, Aragonesi, Spagnoli e Borboni.
Durante il periodo longobardo Centola si ingrandì notevolmente.
Intorno al 1250, durante il periodo svevo, Centola divenne Universitas, ossia Municipalità.
Nel 1828 gli abitanti di Centola parteciparono alla rivolta del Cilento del 27 e 28 giugno. Dopo il disarmo della Guardia Urbana di Centola, gli insorti proseguirono per Palinuro con lo scopo di impossessarsi di 1500 fucili, 12 cannoni e numerose munizioni custoditi nel Fortino.
Trovarono solo qualche fucile e della polvere avariata: i Borboni, avvisati da qualcuno, avevano fatto portare via tutto l’arsenale. I ribelli lessero “Il Proclama di Palinuro”, un manifesto in cui reclamavano una costituzione capace di garantire la libertà e la giustizia sociale.
La rivolta non ebbe esito positivo, fu crudelmente domata dal maresciallo Del Carretto, inviato dal re Francesco I di Borbone. A Palinuro furono fucilati i patrioti Capozzoli.