. Pollica vacanze
Il Comune si estende su territori collinari e rivieraschi, ricchi di rare e suggestive varietà di paesaggi e di stili che conservano, soprattutto in alcuni angoli dell’entroterra, la purezza delle antiche architetture. Pollica è adagiata sulle pendici della collina del Mulino a Vento, affacciata sullo splendido Golfo di Palinuro. È un paese dalla storia millenaria, infatti la sua origine è documentata fin dal 1113.
Di particolare prestigio godono i centri balneari di Acciaroli e Pioppi, che meritano, da circa un decennio, la Bandiera blu d’Europa, alto riconoscimento legato alla qualità del mare ed all’offerta turistica. La frazione principale è Acciaroli: pare che lo scrittore Hemingway qui abbia preso lo spunto per il suo famoso romanzo "II vecchio e il mare". II porto conferisce ad Acciaroli l’immagine tipica dell’economia marinara cilentana con la sua flotta sempre in attività, anche nel periodo invernale.
Da visitare il Castello Capano, edificato nel 1290. Particolarmente pittoresca è la possente torre a pianta quadrata, che si erge su tre piani, ciascuna con una monofora, e che domina il piccolo centro abitato. Suggestivi gli ambienti di servizio del castello ( “ugliaro”, frantoio, posti di guardia, stalle), pressoché intatti nella loro semplicità. Nel Castello Capano, secondo una tradizione orale, soggiornò varie volte Sant’Alfonso De’ Liguori che raccolse, proprio a Pollica, una serie di notizie per degli appunti sulle abitudini pagane del Cilento. Una camera del castello è conosciuta come “la stanza di Sant’Alfonso”.
Cosa Vedere...
- Castello Capano, edificato nel 1290. Particolarmente pittoresca è la possente torre a pianta quadrata, che si erge su tre piani, ciascuna con una monofora, e che domina il piccolo centro abitato. Suggestivi gli ambienti di servizio del castello ( “ugliaro”, frantoio, posti di guardia, stalle), pressoché intatti nella loro semplicità. Nel Castello Capano, secondo una tradizione orale, soggiornò varie volte Sant’Alfonso De’ Liguori che raccolse, proprio a Pollica, una serie di notizie per degli appunti sulle abitudini pagane del Cilento. Una camera del castello è conosciuta come “la stanza di Sant’Alfonso”
Convento di Santa Maria delle Grazie(1610). La chiesa, ad una sola navata, ornata di stucchi, ospita quattro altari, su ciascuna parete laterale; tre di essi sono sormontati dallo stemma della famiglia Capano. Di particolare rilievo le tele degli altari ai lati dell’ingresso, in cui è stato individuato il tratto di Malinconico (1673-1721) , seguace di Luca Giordano. Il soffitto ligneo a cassettoni, opera di Giuseppe Marrocco da Celso, ospita al centro una tela di Matteo Cilento raffigurante l’Assunta. Degni di nota inoltre il coro ligneo del XVIII sec., opera di artisti francescani, l’organo del 1741, la sagrestia, anch’essa con soffitto ligneo, un grande stipo del 1772 ed un lavabo a conchiglia in pietra scolpita
Chiesa di San Pietro, la più antica del paese, costruita nel 1524. La chiesetta, attualmente sconsacrata, è molto pittoresca pur nella sua semplicità architettonica. Si possono ammirare lo stemma della famiglia sul portone d’ingresso ed all’interno, a navata centrale, un bell’altare in marmi policromi ed un’acquasantiera in pietra
Palazzo Vinciprova, edificio barocco con torri dai merli arabeschi, sede del Museo Vivo del Mare e centro di informazione sugli ecosistemi marini
Palazzo Mazziotti, Amoresano e Galdi
Convento Francescano
Convento della Madonna di Costantinopoli
Chiesa di San Nicola del XVII sec. Semplice ed essenziale la sua struttura esterna,è spoglia di ornamenti architettonici. L’interno, è ad una sola navata. Di particolare interesse risultano l’altare maggiore in marmi policromi; il soffitto con tele dipinte da Matteo Cilento, nel 1890, e l’antico organo a canne
Chiesa dell’Annunziata
Chiesa della Madonna del Carmine del X sec.
Chiesa dell’Assunta
Chiesa di San Martino
Chiesa di San Rocco
Cappella della Madonna del Soccorso
Cappella di San Rocco
Località Monte Stella. Bosco comunale
Bosco San Zaccaria
Storia...
L’etimologia del toponimo è greca: “pollai oikiai”, ossia “molte case”.
La prima citazione risale ad un documento del 1113, che attesta la cessione di alcune proprietà del casale da parte di Torgisio II Sanseverino alla Badia di Cava.
Sul finire del XIII sec., il villaggio risulta in possesso dei D’Alemagna che lo vendettero ai Capano, originari di Rocca Cilento. Essi, col titolo di Principi, lo tennero fino all’estinzione del casato (1795), quando il feudo fu ereditato dai De Liguoro, che lo possedettero fino all’eversione della feudalità (1806).