Situato sulle pendici occidentali del Monte Pruno, Roscigno si affaccia su una verde vallata attraversata dai fiumi Ripiti e Sammaro. Il territorio, caratterizzato da ampie terrazze pianeggianti ideali per le coltivazioni, è un luogo di grande fascino, dove storia e natura si intrecciano armoniosamente. I boschi circostanti ospitano una ricca fauna selvatica, tra cui volpi, istrici e rapaci, mentre i corsi d’acqua che attraversano la valle sono habitat di specie ittiche tipiche della zona. La sua posizione strategica, immersa nel verde ma non lontana dalle principali località cilentane, lo rende un punto di partenza ideale per esplorare il Parco Nazionale del Cilento e le sue bellezze naturali.
Un Luogo Unico nel Cilento
Visitare Roscigno significa fare un viaggio nel tempo, tra storia, natura e cultura contadina. Il fascino della sua “città fantasma” e il legame con la terra rendono questo borgo una meta imperdibile per chi vuole scoprire l’anima più autentica del Cilento.
Eventi e Tradizioni
Nonostante lo spopolamento, Roscigno è ancora un centro di feste e celebrazioni che mantengono vive le sue antiche tradizioni:
- Festa di San Nicola di Bari (6 dicembre e 9 maggio): la ricorrenza religiosa più sentita dalla comunità .
- Festival della Civiltà Contadina: evento annuale che riporta in vita gli antichi mestieri e le tradizioni della comunità locale.
- Giornata dell’Emigrazione: celebrazione dedicata ai discendenti degli abitanti di Roscigno emigrati all’estero.
Roscigno Vecchia: La “Pompei del XX Secolo”
Il vecchio borgo di Roscigno Vecchia, soprannominato la Pompei del Duemila, rappresenta un’eccezionale testimonianza della vita contadina meridionale. A seguito di un’ordinanza governativa del 1902, l’intera popolazione fu costretta ad abbandonare il paese a causa del rischio di frane, lasciando intatto il suo tessuto urbano. Oggi, passeggiando tra le sue strade in pietra, si può ammirare un vero e proprio museo a cielo aperto, riconosciuto come Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Le case in muratura di pietra viva, con balconcini in ferro battuto e solai in legno, raccontano una storia che sembra sospesa nel tempo.
Cosa Vedere a Roscigno
- Museo della Civiltà Contadina: ospitato nelle case storiche di Roscigno Vecchia, raccoglie circa 800 oggetti originali che documentano le tradizioni e gli strumenti di lavoro del mondo contadino. Più che un semplice museo, è una “città -museo” che ripercorre i cicli produttivi tipici della zona, dalla lavorazione del pane, del vino e dell’olio fino alla produzione della lana.
- Tomba di Monte Pruno: un sito archeologico di grande importanza, che conserva la tomba di un capo dell’antico popolo Enotrio, vissuto tra il VI e il V secolo a.C., e sopraffatto in seguito dai Lucani.
- Museo Archeologico: situato nell’Aula del Municipio, raccoglie reperti storici e ospita un laboratorio di restauro.
- Chiesa di San Nicola di Bari (Roscigno Vecchia e Roscigno Nuova): quella nel borgo vecchio risale al XVIII secolo, mentre la nuova chiesa ospita un Museo Sacro con opere di grande valore artistico, tra cui una scultura del XIV secolo e dipinti del XVI secolo.
- Fontana circolare con antiche vasche sottostanti: luogo simbolico del borgo vecchio, intorno al quale si sviluppava la vita quotidiana della comunità .
- Bosco di Difesa e Bosco Sant’Elia: estesi polmoni verdi ricchi di querce e pini d’Aleppo, perfetti per escursioni e immersioni nella natura.
- Mulino della Palomenta: un antico mulino un tempo alimentato dalle acque del torrente Maiuri, simbolo dell’ingegnosità contadina.
Storia di Roscigno
Le origini di Roscigno risalgono all’anno 1000, quando alcuni pastori e agricoltori di Corleto Monforte iniziarono a costruire le loro abitazioni vicino a un convento benedettino situato in località Piano. Il nome del borgo deriverebbe dalla presenza abbondante di usignoli, chiamati in latino luscinia, da cui l’evoluzione in “Roscigno”.
Nel 1860, durante l’Unità d’Italia, 1500 cittadini di Roscigno si unirono ai moti garibaldini per l’annessione al Piemonte, partecipando agli scontri nell’Avellinese e lungo il Volturno. Tuttavia, fu tra il 1902 e il 1908 che il paese visse il suo evento più drammatico: a causa di continue microfrane ed eventi sismici, l’abitato fu evacuato, dando origine al borgo di Roscigno Nuova, situato pochi chilometri più a monte.