Rutino
Rutino è un borgo del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, dove si respira ancora il fascino delle antiche tradizioni e dei ritmi naturali della vita di un tempo. Questo piccolo paese collinare è famoso per il suo patrimonio storico-culturale e, soprattutto, per il suggestivo rito del volo dell’angelo, una tradizione unica che attira ogni anno molti visitatori.
Oltre alla sua cultura e spiritualità, Rutino è anche una destinazione perfetta per chi ama scoprire i sapori autentici del Cilento. Qui è possibile gustare prodotti tipici come l’olio extravergine d'oliva DOP, il pane cotto a legna e i formaggi artigianali. Durante le feste locali, le strade del borgo si animano con mercatini e degustazioni di piatti tradizionali. Situato in una posizione strategica, Rutino si trova a pochi chilometri dalle principali località turistiche del Cilento, come Agropoli e Castellabate. È facilmente raggiungibile in auto tramite la SS18 e si collega con le principali città della regione tramite la rete di trasporti locali.
Visitare Rutino significa immergersi in un luogo ricco di storia, tradizioni e spiritualità. Che tu sia un amante della cultura, della natura o della gastronomia, questo incantevole borgo del Parco del Cilento saprà affascinarti con le sue storie antiche e le sue meraviglie paesaggistiche. Non perdere l’opportunità di vivere un’esperienza unica in uno dei luoghi più autentici della Campania.
Il Rito del Volo dell’Angelo: Tradizione e Spiritualità
Il rito del volo dell’angelo è parte integrante di una complessa rappresentazione teatrale che rievoca la lotta tra il Bene e il Male, simbolizzata dal duello tra l’Angelo e il Diavolo. Durante l’evento, un bambino-angelo, sospeso su una fune, compie un volo spettacolare che parte da una finestra del campanile della Chiesa di San Michele Arcangelo e termina su un alto balcone della piazza principale.
A metà percorso, l’angelo si arresta e si confronta con un diavolo, vestito di nero e rosso, accompagnato da altri diavoli ribelli. La disputa verbale, lunga e ricca di tensione, culmina in una drammatica sconfitta del demonio, che tra fumo, botti e imprecazioni, scompare simbolicamente negli Inferi. Questo rito, carico di significato spirituale e storico, rappresenta uno degli eventi più importanti e spettacolari del territorio cilentano.
Cosa Vedere...
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Parco Palustro: Un’area naturalistica perfetta per passeggiate e escursioni, con sentieri immersi nel verde e una ricca biodiversità che attira anche gli amanti del birdwatching.
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Coste dei Santi: Una zona panoramica con viste spettacolari sulla valle del fiume Alento, ideale per escursioni a piedi o in bicicletta.
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Chiesa di San Michele Arcangelo: Costruita nel XV secolo, questa chiesa a tre navate custodisce preziose opere d’arte sacra, tra cui statue seicentesche e una tela raffigurante Santa Lucia.
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Cappelletta di Santa Maria dell’Arco: Una piccola chiesa immersa nella storia, simbolo della forte devozione religiosa degli abitanti del borgo.
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Palazzo Lombardi: Un edificio storico che racconta il passato aristocratico di Rutino e conserva elementi architettonici di pregio.
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Cappelletta di San Giuseppe (1731): Nota per il suo elegante tronetto in stile barocco, è un luogo di culto molto caro alla comunità locale.
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La Colombaia: Una residenza in stile liberty appartenente alla famiglia Cuoco, che spicca per la sua architettura raffinata e i dettagli decorativi tipici dell’epoca.
Storia di Rutino
Rutino vanta una storia millenaria, risalente all’epoca medievale. Inizialmente parte del gastaldato di Lucania, nel 1034 entrò a far parte del distretto di Capaccio. Nel XI secolo, le terre di Rutino furono assegnate ai Sanseverino, una delle più influenti famiglie feudali del sud Italia. Tuttavia, il loro dominio terminò nel 1246, in seguito alla congiura di Capaccio.
Successivamente, Rutino seguì le vicende della Baronia del Cilento. Dopo la congiura dei Baroni nel 1485, re Federico d’Aragona concesse il feudo a Sigismondo di Sangro, feudatario di Acquavella. Nel 1661 il borgo passò alla famiglia Garofalo, che ottenne nel 1684 il titolo di marchesi e successivamente di duchi di Rutino. I Garofalo rimasero signori di queste terre sino all’abolizione della feudalità nel XIX secolo.
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