Ceraso
Il nome deriva da “Turris clara, cioè illustra tra le torri: infatti, oltre alla torre longobarda sita al centro del paese, ne esistono altre.
La vallata torchiarese è punteggiata di “pascolare”, ossia di antichi casali in cui venivano messi ad essiccare i fichi.
Da visitare la Chiesa di San Salvatore del XVI sec., posta a guardia della città, che custodisce alcuni tesori d’arte tra cui il polittico della Trasfigurazione.
Da non perdere, ad agosto, la Festa medioevale enogastronomica e dell’artigianato con spettacoli itineranti e la Festa campestre della Madonna dell’Acqua Santa (martedì dopo la Pentecoste).
Cosa Vedere...
- Chiesa di San Bernardino del XVII sec., con all’interno l’olio su tavola “Redentore tra i Santi Bernardino ed Antonio Abate”
Chiesa di San Salvatore del XVI sec., posta a guardia della città, che custodisce alcuni tesori d’arte tra cui il polittico della Trasfigurazione
Muro di cinta di Villa Comunale Pavone, che costeggia la strada d’ingresso
Piazza Torre con la maestosa Torre Mangone del XVI sec.
Chiesa di Santa Barbara del XIII sec.
Palazzo baronale De Conciliis del XVIII sec.
Palazzo Siniscalchi (con cappella pavimentata in antica ceramica vietrese), Torre, Mangone, Albini, Visco e De Feo
Fontana vecchia con lavatoi e abbeveratoi
Storia...
Il nome “Troclara” compare per la prima volta in un documento del 1058, mentre la prima attestazione risulta nel 1100 in un atto notarile: il vescovo di Capaccio e l’Abate di Cava stabilivano i confini di alcune terre, facendo menzione di una “serra quae dicitur Troclara”.
Il toponimo Torchiara deriva dal latino Turris clara, cioè l’Illustre tra le torri; ebbe un ruolo importante nell’Actus Cilenti, per il controllo della via quae badit a Cilento, ossia la via che porta al Cilento.
Il casale per alcuni secoli fu soggetto alle alterne vicende della famiglia dei Sanseverino, che lo aveva ricevuto dai Principi di Salerno ed attraverso vari passaggi di proprietà si giunge al XVIII sec. con i baroni De Conciliis, che lo dominarono tramite quattro persone “Elette”, rappresentanti dei vari ceti sociali (galantuomini, artisti, agricoltori, braccianti).
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