Cosa Vedere...

  • Castel Ruggero, antico borgo che ospitò nel 1150 un accampamento di truppe di Ruggero il Normanno impegnato nella lotta contro il conte di Laurito (da cui il nome Castra Roggerii)
  • Torre Campanaria dell’XI sec. Sulle pareti dell’ampio corridoio voltato a botte che la attraversa sono esposti gli emblemi di alcuni vescovi che dimorarono a Torre Orsaia ed il monumentale stemma del Palazzo Vescovile
  • Fontana della Pergola (con tre bocche principali ed una laterale), dell’Olmo e della Scalitta in splendida pietra locale
  • Borgo Cerreto
  • Palazzo Vassalli, che ospita l’Università Popolare del Cilento con biblioteca e ludoteca
  • Cappella del Carmine, in origine serbatoio d’acqua per gli approvvigionamenti idrici dell’orto e del Palazzo Vescovile
  • Chiesa dell’Immacolata di gusto neo-gotico
  • Cappella dell’Annunziata, con pavimento ottocentesco e pregevole tela dell’Annunciazione
  • Cappella di San Rocco
  • Cappella della Madonna delle Grazie
  • Palazzo Pecorelli
  • Chiesa di Santa Maria delle Nevi, costruita nel ‘500
  • Palazzo del prelato Mariosa, che conserva un delizioso portale in pietra del 1764 di gusto rococò
  • Palazzi Imbriaco e De Siervi, con portali settecenteschi
  • Santuario di Sant’Antonio, eretto nel 1945
  • Resti della Cappella cimiteriale di santa Sofia
  • Casino del Cardinale Mariosa, oggi Palazzo Donnabella, con annesso lavatoio rupestre
  • Chiesa di San Lorenzo Martire risalente al XIV sec.

Storia...

Nella metà dell’XI sec. le incursioni dei pirati, la malaria e la distruzione di Policastro da parte del condottiero normanno Roberto il Guiscardo (1065) spinsero le popolazioni costiere a spostarsi verso zone più interne del territorio, costituendo un primo nucleo di Turris Ursajae. Castel Ruggero, sito nell’antica Torre Superiore, ospitò nel 1150 un accampamento di truppe di Ruggero il Normanno impegnato nella lotta contro il conte di Laurito (da cui il nome Castra Roggerii).

Nel 1301 il vescovo di Policastro, Monsignor Pagano, ordinò la costruzione di una sede estiva dell’Episcopio a Torre Orsaia (chiamato un tempo Torre inferiore) ed emanò un bando nel quale prometteva, a tutti coloro che avessero voluto prendere dimora vicino al Palazzo Vescovile, terra a sufficienza per una casa, una vigna, un orto ed un pagliaio, dietro il pagamento di un’imposta detta pregata. Il Vescovo emanò anche un Codice legale che regolava la convivenza civile ed i rapporti tra popolazione e Vescovo-Barone, definito Capitula terre turris ursaye.

Il torrese Antonio Fortunato fu a capo di una banda di briganti dal 1866 al 1869.


testi: Stefania Maffeo

 

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