Vallo di Diano
L’ampia conca del Vallo di Diano, racchiusa tra le montagne calcaree e dolomitiche del Cilento e dell’Appennino Lucano, riserva incantevoli bellezze naturali ed uno straordinario patrimonio archeologico, storico, artistico ed antropologico, in quanto crocevia di antiche e maestose civiltà come testimonia il materiale conservato presso il Museo Civico a Montesano sulla Marcellana, che raccoglie i manufatti, gli attrezzi e gli oggetti che testimoniano l’attività dell’uomo nel suo ambiente, nelle più disparate manifestazioni esteriori per rappresentare il tessuto culturale della comunità. La storia del Vallo è legata a quella dei tentativi di bonifica della palude formatasi a causa del difficile smaltimento delle acque del fiume Tanagro. Dopo la dominazione romana, con i Visigoti di Alarico subì numerose violenze e distruzioni fino all’avvento dei Longobardi. La zona è stata popolata da famosi briganti ed è stato un passaggio obbligato per Giuseppe Garibaldi.
L’area comprende i Comuni di Atena Lucana, Buonabitacolo, Casalbuono, Monte San Giacomo, Montesano sulla Marcellana, Padula, Pertosa, Polla, Sala Consilina, San Pietro al Tanagro, San Rufo, Sant’Arsenio, Sanza, Sassano e Teggiano. In questi territori è possibile effettuare piacevoli escursioni su sentieri di alta montagna o nella profondità di suggestive grotte. Il tutto proponendosi come sito di una impareggiabile suggestione scenografica e di schietta ospitalità, mangiando genuino a feste o sagre di prodotti tipici; da non perdere è il caciocavallo silano, ottenuto esclusivamente con latte di vacche alimentate su pascolo montano allo stato semibrado.
Numerosi sono gli eventi e gli appuntamenti che il Vallo di Diano offre ai suoi visitatori a partire dall’itinerario artistico – gastronomico “Alla tavola della Principessa Costanza” a Teggiano, che rievoca la nota vicenda risalente al 1474 quando Antonello Sanseverino, Principe di Salerno e Signore di Diano sposa Costanza, figlia di Federico da Montefeltro, il grande Duca di Urbino. È una occasione unica per poter godere di tutto il patrimonio artistico e culturale di Teggiano. In particolare merita attenzione il Convento della SS. Pietà, complesso trecentesco con un bellissimo portico rinascimentale ed uno splendido portale in pietra.
Oltre alla splendida Certosa di San Lorenzo, uno dei più spettacolari monumenti dell’Italia meridionale, realizzata per volere di Tommaso Sanseverino, conte di Marsico, nel 1306, a Padula molto atteso è l’appuntamento con la frittata delle mille uova. L’evento prende spunto da un episodio avvenuto nel 1535: Carlo V di Spagna, al ritorno dalla vittoriosa battaglia di Tunisi contro i Barbareschi, sostò con tutto il suo esercito alla Certosa ed i cenobiti gli prepararono una “pantagruelica imbandigione” e, tra l’altro, versarono in una enorme frittata ben mille uova.
Lo sparo del gallo in occasione della festa della Madonna di Castello a Sala Consilina è un’iniziativa molto suggestiva: una struttura multicolore riproducente un gallo é fatta scendere lungo una fune per un percorso di alcune centinaia di metri; secondo la tradizione quando il gallo durante la sua corsa si blocca l’evento é foriero di cattivi eventi per l’annata in corso. L’occasione è propizia per visitare la Grancia di San Lorenzo risalente alla prima metà del XVI sec.
Il Vallo di Diano è ricco di bellezze naturali. A Pertosa troviamo le famose grotte che ospitano “Negro”, il festival di musica e cultura etnica, e la rappresentazione dell’Inferno di Dante. Le Grotte dell’Angelo si snodano in una suggestiva serie di cunicoli ed antri, gallerie, strettoie e grandi Sale, tutte caratteristiche ed uniche nel loro genere: tra le tante va segnalata la Sala delle Meraviglie; quella Grande, ove l’altezza sfiora i 24 metri senza che ci si renda conto di tale distanza. Unica al mondo è la Sala delle Spugne, che da sola varrebbe tutta la visita. Anche la Sala dei Pipistrelli, così chiamata perché una volta era il rifugio di migliaia di questi animali che nel buio di questi luoghi trovavano conforto e riparo, presenta caratteristiche molto particolari e rare.
Imperdibile è una visita al museo vivente della Valle delle Orchidee e delle Antiche Coltivazioni a Sassano.
Cosa Vedere...
- Resti delle mura megalitiche ad Atena Lucana
- Cappella di Santa Maria degli Angeli a Buonabitacolo, una singolare fondazione del 1703 a pianta quadrata con un portico a due piani. La cappella è dotata all’interno di un unico altare e rappresenta un piccolo gioiello dell’architettura barocca nel Vallo di Diano. Elegante è il prospetto architettonico della facciata; il luminoso interno presenta pregevoli affreschi settecenteschi a soggetto biblico che decorano la volta e le pareti. È adornata da affreschi e stucchi barocchi
- Chiesa della Madonna delle Grazie a Casalbuono, risalente al XII sec. Sul portale troneggia lo stemma della Certosa di Padula e la palma intrecciata col monogramma C.A.R. all’interno. Gli stessi simboli sono sulla cantoria e sullo stemma in legno dorato che corona la fronte dell’organo seicentesco, oltre che sulla balaustra in pietra dell’altare maggiore. Il portale, del 1528, è testimonianza delle trasformazioni che avvennero nel 500 per opera dei certosini
- Cappella di San Gaetano a Monte San Giacomo. È adorna di un bellissimo organo e di due edicole che racchiudono due busti in legno raffiguranti San Francesco Saverio e San Pasquale. Interessante la tela del XVIII sec. raffigurante la Vergine e San Gaetano con il Bambino, opera vicina allo stile del pittore Nicola Peccheneda da Polla, che frequentò la bottega del Solimene
- Museo Civico a Montesano sulla Marcellana, che raccoglie i manufatti, gli attrezzi e gli oggetti che testimoniano l’attività dell’uomo nel suo ambiente, nelle più disparate manifestazioni esteriori per rappresentare il tessuto culturale della comunità
- Chiesa di Santa Maria Maggiore a Sant’Arsenio, nella quale si trovano alcune sculture lignee e dipinti del ‘700
- Chiesa di San Giovanni Evangelista a Sassano. Costituita da una ampia navata centrale a pianta rettangolare che termina nell’abside, di larghezza uguale alla navata stessa, e da due navate laterali più basse; la luce penetra dalle ampie finestre del cleristorio le cui mura sono sostenute da grossi pilastri alternati ad archi a tutto sesto, che arginano l’effusione laterale nelle navate minori dello spazio della navata principale. L’altare maggiore è molto simile nella struttura a quello della basilica di Pompei. Alle sue spalle si sviluppa l’abside con un coro ligneo del 1801. Matteo Volpe di Buccino disegnò il soffitto dell’abside che raffigura una colomba raggiante
- Località Calvanello a San Rufo , dove si possono ammirare i suggestivi ruderi del castello medioevale distrutto nel XV sec.
- Chiesa di Santa Maria del Piano a San Pietro al Tanagro, risalente al 1530. Si narra che la statua della Madonna venne ritrovata su di un albero di carpino, dove venne poi edificata la chiesa, con annesso convento
- Grotta dell’Angelo a Pertosa: area di ritrovamento di reperti del periodo Neolitico (vasi di ceramica, manufatti in pietra, oggetti di osso e di metallo, resti di palafitte)
- Chiesa dell’Assunta a Sanza. Di buona fattura è il portale principale in pietra di Padula, il materiale comunemente utilizzato nelle più importanti strutture della zona. La scultura lignea di maggiore pregio è senza alcun dubbio lo splendido Crocefisso collocato sull’altare maggiore. L’opera, di straordinaria fattura, è da considerare tra i manufatti in legno di maggior importanza del territorio. Di buon livello artistico è pure la Madonna della Neve, anch’essa cinquecentesca. Di notevole pregio sono, infine, una croce processionale in argento di fattura napoletana, datata 1734, ed un calice dello stesso periodo di analoga provenienza
- Certosa di San Lorenzo a Padula, uno dei più spettacolari monumenti dell’Italia meridionale, con centomila presenze annue italiane e straniere. Fu realizzata per volere di Tommaso Sanseverino, conte di Marsico, nel 1306
- Grancia di San Lorenzo a Sala Consilina. Struttura edilizia di vaste dimensioni forse risalente alla prima metà del XVI sec.,che ospita la Biblioteca comunale ricca anche di cospicui fondi antichi, provenienti dalla famiglia Vairo-Pappafico e dalla famiglia Rivellese. Ospita nel suo interno il Centro Studi e Ricerche del Vallo di Diano, sorto nel 1981
- Convento di Sant’Antonio a Polla, fondato nel 1541, ricco di pregevoli opere d’arte
- Convento della SS. Pietà a Teggiano. Il complesso, sorto in epoca trecentesca, presenta, all’esterno, un bellissimo portico rinascimentale con tre archi poggiati su artistici capitelli attribuiti a Francesco da Sicignano ed uno splendido portale in pietra (1476) con al centro, nella lunetta, una scultura raffigurante la Pietà ed un portone ligneo scolpito e dipinto della stessa epoca. All’interno una grande navata con, sul lato sinistro, con archi a vela poggiati su basse e robuste colonne in pietra, una navatella laterale su cui si affacciano due cappelle, accoglie affreschi del XIV e XV sec., tavole dipinte e statue del XV sec. e, nell’abside, un bel coro ligneo con gli schienali su cui sono dipinte le immagini dei Santi e, al di sopra, su un palchetto, il gruppo “del Compianto” una serie di sei statue lignee policrome (1505) attribuite a Giovanni da Nola e raffiguranti la deposizione con il Cristo morto, l’Addolorata, San Giovanni Battista, la Maddalena, Roberto e Antonello Sanseverino. All’interno del Convento vi è il grande chiostro con colonne in pietra lavorata e affreschi sulle vele e le lunette del XIV e XV sec. Nel refettorio si conserva l’ “Andata al Calvario”, un grande affresco del 1476
Storia...
Crocevia di antiche e maestose civiltà che hanno profondamente influenzato i destini dell’area del Vallo di Diano. I popoli che vi hanno transitato hanno inciso, in maniera indelebile, le loro tracce sulle mura degli edifici che ancora oggi lo testimoniano.
Tutto nel Vallo parla di storia: dai ritrovamenti del periodo megalitico alle colonie greche, ai feudi medioevali, il tutto sulla comune matrice della dominazione romana.
Il Vallo fu una grande via di passaggio per la conquista dell’estremo sud della penisola italiana, quindi con la venuta dei Visigoti di Alarico subì numerose violenze e distruzioni, che si protrassero fino alla dominazione longobarda.
La sua storia è legata a quella dei tentativi di bonifica della palude formatasi a causa del difficile smaltimento delle acque del fiume Tanagro. Tali tentativi, intrapresi dai Romani e ripresi in epoca borbonica, solo dopo l’Unità d’Italia ebbero risultati apprezzabili.
La zona è stata popolata da famosi briganti ed è stato un passaggio obbligato per Giuseppe Garibaldi.
Vallo di Diano immagini
Foto del territorio del Vallo di Diano