Ceraso
Situato a poca distanza dalla costa, il territorio di Ceraso, in leggero declivio verso il mare, è attraversato dal fiume Palistro e dal fiume Bruca.
Interessante è il piccolo borgo di Massascusa, insediamento medioevale che si trova sulle sponde del fiume. Le case venivano costruite una addosso all’altra per una migliore resistenza in caso di eventi sismici come il rione “ ‘mpieri Ceraso”.
Variegata la vegetazione: ad alta quota, boschi di faggio, ontano e castagno; nei pressi delle aree abitate, invece, si trovano uliveti secolari, mentre sulle colline appare la lussureggiante macchia mediterranea tipica del Cilento.
Da visitare la chiesa di San Nicola di Bari, che si presenta con una facciata di stile neoclassico, mentre nell’interno si conservano decorazioni in stucco del periodo tardo barocco. La copertura è costituita da una volta a botte. Sorprende per le sue grandi dimensioni.
Da non perdere la Festa del fiume ad agosto.
Cosa Vedere...
- Chiesa di San Nicola di Bari, che si presenta con una facciata di stile neoclassico, mentre nell’interno si conservano decorazioni in stucco del periodo tardo barocco. La copertura è costituita da una volta a botte. Sorprende per le sue grandi dimensioni
Chiesa di San Martino, costruita seguendo i canoni dell’architettura rurale nel XVII sec.
Palazzo De Marsilio (uno degli esempi più belli di abitazione rurale del Cilento. Venne costruito intorno al 1790 ed ha assunto fisionomia di residenza padronale con tutti i tipici servizi annessi come la cappella gentilizia), Lancillotti - Ebner (costruito nel XV sec.), Antonini – Ferrara (fu teatro di incontri per organizzare le rivolte durante i moti rivoluzionari del Cilento), Di Lorenzo (dotato di giardino interno), Ferolla e Testa Ferrara
Badia di Pattano
Chiesa di San Felice
Dighe Fossa e San Giovanni, invasi artificiali per uso irriguo
Lago Fabbrica, una diga nata per l’irrigazione della Piana di Velia, ma anche utilizzata per la pesca sportiva
Bosco Bruca, con alberi di castagno, ontano e noce
Storia...
Il toponimo deriva probabilmente dal termine latino cerasus, ciliegio.
Il primo documento ufficiale in cui si fa menzione di Ceraso è la Bolla Pontificia di Papa Eugenio III, datata 6 maggio 1149, nella quale si riconosce all’Abbazia di Cava il cenobio di Santa Barbara presso Ceraso. Altro documento rinvenuto è il manoscritto di Alessandro II del 1168, nel quale si evidenziava l’importanza di Ceraso come nodo viario dal quale si diramava la Via del Sale, una strada fondamentalmente per l’entroterra lucano e la costa velina.
Ceraso seguì le sorti della Baronia di Novi, di cui era feudo, fino al 1806.
Sotto il dominio del governo francese furono aggregati al Comune di Ceraso i Casali di S. Barbara, Massascusa e San Biase. In epoca feudale fu amministrato da due Eletti e, nel 1799, Ceraso fu tra i primi a municipalizzarsi.
In epoca risorgimentale molti cittadini del paese si iscrissero alla setta della fratellanza, sorta nel 1838 preparandosi, così, alla rivoluzione del 1848. Infatti da Ceraso, il 5 aprile, partì il primo segnale di rivendicazione delle terre demaniali.
Nel 1860 cittadini di Ceraso presero parte alla campagna del Volturno nei reparti dei volontari garibaldini.